“Quando poi mi sono trovato a seguire di persona il loro lavoro, posso dire di essermi trovato di fronte a una vera e propria lezione di vita. Osservando il modo con cui essi si dispongono di fronte a un paziente (cercando ogni volta, per vie diverse e attraverso un numero incalcolabile di tentativi, un punto di contatto che nessun protocollo, nessun metodo garantisce a priori; con una capacità di ascolto e di attenzione inesauribili) ho pensato: ecco cosa dovrebbe imparare a fare ognuno di noi, nella vita quotidiana.
Perché nessuno insegna queste cose?
Una delle menti migliori del Novecento, la filosofa Simone Weil, ha dedicato alcune importanti riflessioni al tema dell’attenzione, che definisce ‘la forma più pura e rara di generosità’.
Lucia e Michele sono una dimostrazione vivente della verità di quella definizione.”
Regista
“Conosco Lucia e Michele Cavallari da molti anni e nutro per entrambi una profonda stima, sia sotto il profilo professionale sia sotto il profilo umano, ma soprattutto per l’onestà intellettuale, il rigore e la determinazione nel porsi quegli obiettivi poi raggiunti nel corso della loro esemplare attività.”
Collega musicista
“E stavolta che cosa tireranno fuori dal loro cilindro? Sicuramente qualcosa di magico.”
Team riabilitativo nel proporci un paziente
“Avendo lavorato accanto a loro nel campo delicato e pionieristico della Terapia del suono, ho avuto modo di apprezzare il loro impegno e la loro competenza e di constatare come il loro percorso di ricerca sul campo si sia tradotto in risultati di rilevante spessore, confermando la capacità di approfondimento dell’indagine scientifica mai disgiunta da una straordinaria sensibilità.”
Compositore e direttore d’orchestra
“Raggiungono risultati vicini al miracoloso...”.
Direttore di dipartimento
“Una sola seduta con voi e ha colto il ritmo della musica, del discorso e della vita, abbandonando l’inerzia e la non reattività.”
Collega logopedista
“Il lavoro svolto da Lucia e Michele Cavallari ha sempre avuto riscontri positivi sia da parte del team interprofessionale sia da parte degli utenti e dei loro familiari.
Si esprime un giudizio estremamente positivo sui risultati ottenuti dai terapeuti Lucia e Michele Cavallari che hanno saputo coniugare la loro capacità, professionalità e competenza con una grande sensibilità, attenzione e passione.”
Dirigente sanitario
“Hanno sempre mostrato grande professionalità, ottima capacità relazionale sia nei confronti dei pazienti che degli altri operatori della riabilitazione. Ottima inclinazione al lavoro in team. Puntuali e precisi negli impegni presi, ottima predisposizione ad apprendere informazioni nuove.”
Direttore di dipartimento
E ADESSO PARLIAMO NOI
C’è un tema a noi particolarmente caro, che ci accompagna fin dall’inizio del nostro iter lavorativo. Ci fa piacere condividerlo qui.
È il tema dell’ascolto.
L’ascolto può fare miracoli.
Eppure sono molte le persone che pensano – in perfetta buona fede – che un ascolto efficace comporti la proposta di soluzioni, oppure la minimizzazione del problema.
“Be’, non è grave.”
“Anch’io, sai…”
“Lo abbiamo tutti.”
“Esageri!”
“Perché non fai così?”
Niente di più adatto a far sentire gli altri inadeguati, soli e irrimediabilmente imprigionati nel loro problema.
Tanti anni di esperienza ci hanno ormai convinto del profondo valore dell’ascolto.
E siamo felici di raccontare questo traguardo umano e professionale, riportando lo stralcio di un’intervista condotta da uno studente di Scienze della Comunicazione, Lorenzo Borgatti – noto in campo musicale con il nome d’arte Lorenzo de Blanck – il quale ha dedicato al nostro Metodo e al nostro lavoro la sua Tesi di laurea.
Lorenzo Borgatti
La Musicoterapia: un’avvincente e nuova forma di comunicazione
Università degli Studi di Ferrara, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, a.a. 2007-2008.
Ecco la domanda che Lorenzo ci ha posto in conclusione dell’intervista compresa nella Tesi.
C’è una domanda che non vi ho rivolto e alla quale invece avreste voluto rispondere?
“Sì, c’è. Vorremmo sottolineare, una volta ancora, l’importanza dell’ascolto. È una regola valida per tutti, ma indispensabile per chi si avvicini a un lavoro come il nostro. Ancor prima, ancor più genericamente, l’importanza dell’ascolto nel quotidiano.
Siamo entrambi convinti che una diversa capacità di ascolto cambierebbe sensibilmente la società. Le persone ignorano di possedere un simile talento. Bisognerebbe renderle consapevoli. Far toccare con mano i miracoli che avvengono, quando qualcuno si sente ascoltato nel modo giusto. Ascoltato davvero. Non insisteremo mai abbastanza su questo punto. Bisognerebbe tenerlo presente, parlarne di più, organizzare corsi, seminari, lezioni e dissertazioni sull’ascolto. Sull’ascolto attivo, che è ben diverso dalle semplici regole di educazione nei normali rapporti umani.
Lo si impara per forza, se si vuole che le proposte musicoterapiche vadano a segno. Anche fra musicisti, quando si suona insieme, la capacità di ascolto è fondamentale. Ma noi parliamo di qualcosa che viene ancora prima. Qualcosa che diventa un atteggiamento, un habitus. Un modo di essere. Qualcosa che, nella nostra esperienza, risulta essere molte volte il punto di svolta del percorso terapeutico.
Non c’è niente di magico. Il vero miracolo sta nella comunicazione umana.”
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